Trasformazione digital: chi trae beneficio dalla digitalizzazione

Atlante dei pesticidi

I robot agricoli, i droni e le tecnologie basate sugli algoritmi per un nuovo modo di fare agricoltura stanno diventando un grande business. Dovrebbero aiutare le aziende a ridurre l'uso dei pesticidi, ma vi sono forti dubbi che ciò possa realmente avvenire.

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L'agricoltura si trova davanti a sfide imponenti. Da una parte, deve ancora fare i conti con malattie delle piante e insetti ed erbe infestanti, dall'altra, l'uso intensivo di pesticidi comporta rischi totalmente nuovi sia per l'uomo sia per la natura. Le aziende agrotecniche promettono di risolvere questi problemi con tecnologie digitali note come smart farming o precision farming. Secondo un sondaggio, l'82% delle aziende agricole in Germania utilizza già tecnologie digitali. Il 45% degli agricoltori intervistati usa macchine agricole dotate di GPS e il 40% utilizza applicazioni agricole per smartphone o tablet. Il 32% sfrutta soluzioni informatiche per applicare prodotti fitosanitari o fertilizzanti. Si prevede che il mercato agricolo digitale cresca dagli 1,8 miliardi di dollari del 2018 ai 4,3 miliardi entro il 2023, a un tasso di crescita del 19,3% annuo. Le aspettative sono alte: si auspica che la progressiva digitalizzazione consenta alle aziende agricole di tutto il mondo di produrre cibo per nove miliardi di persone.

Secondo alcuni esperti, la digitalizzazione aumenterà i redditi e tutelerà clima e biodiversità grazie a una precisione maggiore nell'applicazione di pesticidi e fertilizzanti, il che potrebbe tradursi anche in un calo dei dosaggi. Le tecnologie digitali sarebbero anche un risparmio di tempo, che potrebbe essere sfruttato per metodi di coltivazione senza pesticidi, a più alto contenuto di manodopera.

Un esempio di digitalizzazione in agricoltura è la tecnologia GPS. Identifica le aree dei campi infestate da malerbe e attiva l'irroratrice aprendo gli ugelli solo in quella specifica sezione del campo. I robot agricoli ad autopropulsione sfruttano questa tecnologia per identificare, irrorare o rimuovere le erbe infestanti. I droni possono essere programmati per individuare dall'alto le aree infestate. Gli algoritmi possono identificare e localizzare piante malate o parassitate. Secondo i produttori, tutto ciò rappresenterà presto la quotidianità del settore agricolo.

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Un'indagine condotta nella regione russa di Astrakhan mostra che gli agricoltori dei Paesi più poveri temono di non poter accedere alla tecnologia digitale senza adeguati sostegni.

In un progetto pilota congiunto, l'azienda tedesca Südzucker AG e l'agritecnica Amazone, in collaborazione con il produttore di robot agricoli danese FarmDroid, stanno studiando come si possa ridurre l'uso degli erbicidi e degli insetticidi nei campi di barbabietola da zucchero. Il robot prima semina la barbabietola da zucchero in base a un'accurata griglia usando il suo sistema GPS. Conosce l'esatta posizione delle piantine e si muove fra esse estirpando le infestanti.

Nelle immediate vicinanze della pianta, è difficile rimuovere tutte le infestanti meccanicamente senza fare danni, perciò il robot irrora gli erbicidi eliminando fino all'ultima pianta indesiderata. Oggi le macchine agricole sono già in grado di capire quanto il terreno sia ricco di nutrienti. Questa informazione può essere inserita nei database dei piani di coltura per calcolare le quantità di fertilizzanti e pesticidi necessarie. Le grandi imprese del settore tecnologico svolgono un ruolo significativo nello sviluppo e nella diffusione della tecnologia, dell'elaborazione e dell'utilizzo dei dati raccolti. Google, per esempio, lavora con agenzie come la statunitense National Oceanic and Atmospheric Administration (NOAA). La società vuole usare i suoi programmi di intelligenza artificiale e l'enorme quantità di dati dell'agenzia meteorologica per fornire in futuro previsioni meteorologiche estremamente accurate.

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Il mercato della tecnologia digitale per l'agricoltura è promettente soprattutto per le grandi aziende che hanno sede nel Nord del Mondo e che già dominano altri settori dell'agricoltura.

Se gli effetti della digitalizzazione saranno positivi o negativi dipenderà da molti fattori. Secondo i ricercatori, potrebbe ridurre l'uso dei pesticidi. D'altro canto, vi sono anche possibili ricadute negative, come l'aumento del consumo di energia dovuto alle nuove tecnologie o lo sfruttamento intensivo di terreni fino a poco prima sfruttati solo in modo estensivo o non sfruttati affatto, oppure ad alto valore ecologico. Vi è anche il rischio che piccoli agricoltori nei Paesi a basso reddito vengano esclusi da questa trasformazione, per mancanza di possibilità di accesso alle nuove tecnologie.

Inoltre, molti strumenti digitali sono convenienti solo se usati su ampie superfici. Ciò potrebbe rafforzare i monopoli e la concentrazione terriera. Il mercato delle macchine agricole ne è un esempio. Nel 1994, quattro principali aziende controllavano meno di un terzo del mercato, dopo vent'anni le stesse ne controllano più della metà. Aziende come la John Deere presidiano il mercato collaborando con altre agrochimiche. In passato, l'azienda ha già collaborato con produttori di pesticidi come Syngenta, Dow Agrosciences, BASF e Bayer. Altre società come CNH Industrial e AGCo hanno formato delle joint venture. Anche l'interesse degli investitori nelle tecnologie informatiche in campo agricolo sta crescendo: da 223 miliardi di dollari nel 2015 a più di 700 miliardi nel 2017.

Le organizzazioni della società civile mettono in guardia sulla perdita di sovranità alimentare. Nuovi strumenti e tecniche stanno trasformando i campi attualmente gestiti da aziende agricole a conduzione familiare in bocconi appetibili per le agroindustrie. Una delle sfide future per i responsabili delle politiche è evitare la commercializzazione dei dati su clima, alimentazione e colture, e ristabilire la sovranità degli agricoltori sui propri dati. In caso contrario, la trasformazione digitale potrebbe contribuire a una dipendenza sempre maggiore dall'agricoltura non sostenibile.

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Una regolamentazione del mercato è necessaria affinché non solo le aziende traggano vantaggio dall'agricoltura digitale, ma anche le persone e l'ambiente.

Fonti:

p.56: Aleksandr Koshkarov, Tatiana Koshkarova, Datadriven approach in digital agriculture: survey of farmers, 2019, https://bit.ly/3nk7qiC. – p.57 in alto: Company reports, quarterly statements. Jennifer Clapp, The problem with growing corporate concentration and power in the global food system, 2021, https://go.nature.com/3xTA9iR. Pat Mooney, Blocking the Chain, 2018, https://bit.ly/3rMVU2T.  Market Data Forecast, https://bit.ly/31E82rT. p.57 in basso: BIS Research, Precision Agriculture Market, https://bit.ly/3QP9bSn.