Atlante dei pesticidi

Nel 2020 in Italia sono stati venduti 125 milioni di Kg di sostanze chimiche per l’agricoltura, 5,2 Kg/ettaro. L’alternativa è l’agricoltura biologica, nel 2021 la SAU coltivata senza veleni in Italia era il 17,4%.

L'Italia è tra i maggiori consumatori di pesticidi a livello europeo, dall’ultimo report dell’Agenzia Europea per l’Ambiente (EEA, 2020) risulta che nella UE il consumo di prodotti chimici di sintesi in agricoltura è complessivamente di 340.000 tonnellate pari ad una media di 1.57 Kg per ettaro, mentre in Italia il consumo medio si attesta a 5,2 Kg per ettaro.

Quantità simili si registrano in altri paesi UE come Malta, Paesi Bassi, Cipro, Belgio, Irlanda, Portogallo. In Italia dal 2011 al 2020 si è verificata una lenta ma progressiva diminuzione dei pesticidi venduti, tendenza che si è arrestata nel 2020 dove la curva è tornata a crescere. I prodotti fitosanitari commercializzati sono passati da 142.425 a 121.550 tonnellate (- 15%), mentre i principi attivi hanno subito un calo da 70.690 a 56.557 tonnellate (-20%).

Di contro, la spesa media degli agricoltori per i prodotti di sintesi è in costante aumento, in dieci anni, dal 2006 al 2016, la spesa per i pesticidi attualizzata ai prezzi correnti è aumentata del 50%; quella per i concimi chimici del 35%. In pratica ogni agricoltore italiano che coltiva secondo metodi convenzionali spende oggi circa 180 euro all’anno per ettaro per i fertilizzanti chimici e 90 euro per ettaro ogni anno per i pesticidi. L’acquisto di questi prodotti è rallentato solo negli ultimi anni per la crescita esponenziale dei prezzi, dovuta anche alle speculazioni che stanno accompagnando le difficoltà date prima dalla pandemia e poi dal conflitto in Ucraina.

Un’alternativa a questo modello di agricoltura avvelenata dalla chimica di sintesi però esiste ed è l’agricoltura biologica, caratterizzata da pratiche agricole sostenibili a livello ambientale, sociale ed economico che nel mondo coinvolge oltre 3 milioni di agricoltori in 190 Paesi, per una superficie agricola di 74,9 milioni di ettari (+4,1% rispetto al 2019). Anche la Commissione europea presieduta da Ursula Von der Leyen ha riconosciuto l’importante valore di questa pratica all’interno del Green Deal Europeo e delle Strategie ad esso correlate, ossia la Strategia per la Biodiversità al 2030, la Strategia From Farm to Fork e anche nella strategia per il suolo, dichiarando l’ambizioso obiettivo del raggiungimento entro il 2030 del 25% di SAU (superficie agricola utilizzata) europea coltivata con il metodo biologico. Al 2020 l’agricoltura biologica rappresentava il 9,1% di SAU (pari a oltre 12,8 milioni di ettari).

L’Italia nel 2021 con i suoi 2,2 milioni di ettari raggiunge il 17,4% della SAU complessiva destinata al biologico accorciando così la distanza dal target del 25%. Si conferma tra i dieci maggiori paesi produttori di cibo biologico a livello mondiale, mentre in Europa si colloca al primo posto per numero di produttori biologici e al terzo posto dietro alla Spagna e Francia per superficie agricola destinata alle produzioni biologiche.

L’Italia è tra i leader mondiali dell’agricoltura biologica e la superficie nazionale continua a crescere.

L’incremento delle superfici e delle aziende è costante da oltre 20 anni. Dal 2010 al 2021 si è registrato un incremento del 96,3% delle superfici certificate in biologico (pari a + 1.072.528 ettari di SAU) e dell'80,7% degli operatori di settore (pari a +38.481 imprese certificate). Da 2.095.380 ettari nel 2020 la SAU in biologico è passata nel 2021 a 2.186.570 ettari, con un aumento del 4,4 % in un anno delle superfici agricole nelle quali non sono utilizzate in alcun modo sostanze chimiche di sintesi.

Oltre il 50% della superficie biologica è concentrato in cinque Regioni, nel seguente ordine: Sicilia (316.147 ha), Puglia (286.808 ha), Toscana (225.295 ha), Calabria (197.165 ha) ed Emilia-Romagna (183.578 ha). Il numero delle imprese certificate bio nel 2021 ha superato le 86 mila unità con un incremento del 5,4% rispetto al 2020. Il primato degli operatori biologici (produttori, trasformatori e importatori) si trova nel Sud con tre Regioni: la Sicilia con 11.128 operatori, la Calabria con 10.400 operatori e la Puglia con 9.232 operatori.

La dimensione media delle aziende agricole biologiche in Italia è di 28,6 ettari a fronte di una media nazionale di 8,4 ettari, si tratta quindi di aziende agricole mediamente più grandi rispetto alla maggioranza delle imprese italiane.

Fortunatamente nel corso degli ultimi anni sta sensibilmente crescendo la sensibilità dei cittadini verso l’esposizione alla chimica e quindi aumentando il consumo di prodotti biologici. In Italia nel 2022 la domanda per prodotti biologici è arrivata a raggiunge un totale di 5.017 milioni di euro dei quali 3.372 riconducibili all’export (+181% dal 2012). Tale tendenza è stata confermata anche nel corso del periodo pandemico dove i consume di prodotti biologici hanno avuto un ulteriore incremento, oltre che una resilienza maggiore al periodo di crisi.

Il consumo di prodotti biologici in Italia è in costante crescita. Il loro numero è quasi raddoppiato in 10 anni.

Per sostenere questo importante settore, che contribuisce sia alla diminuzione dell’impatto dell’agricoltura sulla biodiversità e sul clima, sia alla sostenibilità economica dell’agricoltura nazionale, l’Italia ha approvato nel marzo 2022 la prima legge sull’agricoltura biologica, dopo un iter durato 15 anni e 3 legislature. Tale provvedimento contiene elementi particolarmente significativi come la possibilità di istituire distretti biologici che consentono di sviluppare l’agricoltura e l’economia dei territori rurali, impegni per la ricerca e la formazione, nonché l‘adozione di un Piano d’Azione nazionale per favorire lo sviluppo del biologico italiano come metodo avanzato dell’approccio agroecologico. A questo si è aggiunto il sostegno economico al settore che passa, soprattutto, dai fondi stanziati all’interno del Piano Strategico Italiano per la PAC. Il Piano prevede, infatti, un incremento del 42% della dotazione finanziaria dedicata a questo settore rispetto alla programmazione comunitaria precedente, portando complessivamente i fondi a oltre 2 milioni di euro.

Questi impegni dovrebbero consentire all’Italia, secondo gli auspici del Ministero dell’Agricoltura, di raggiungere l’obiettivo del 25% delle superfici agricole nazionali al regime di produzione biologica nel 2027 anziché nel 2030. Questo sarebbe un obiettivo importante per l’Italia, ma che non sarà sufficiente se non ci sarà anche una parallela diminuzione dell’uso della chimica da parte dell’agricoltura convenzionale.

Fonti:

p.62: The World of Organic Agriculture 2022, https://www.organic-world.net/yearbook/yearbook-2022.html - p.63: Nomisma/Asso-Bio Osservatorio SANA 2022 a cura di Nomisma in collaborazione con FederBio e AssoBio - https://www.sana.it/media/sana/press_release/2022/CS_NOMISMA_CONSUMATORI_DEF_220908.pdf.

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