Prefazione: Atlante Europeo della mobilità

La democratizzazione dei moderni mezzi di trasporto dopo la prima metà del XX secolo ha generato enormi vantaggi per molti soggetti, accrescendone in misura significativa la mobilità, la permeabilità sociale e la comodità. Ma c’è un rovescio della medaglia: i livelli di consumo di combustibili fossili e di emissioni di gas a effetto serra (GES) sono aumentati costantemente.

L’Europa è il continente che ha visto nascere molteplici forme di trasporto o ne ha segnato la maturità tecnologica. La libera circolazione delle persone ha consentito all’Europa di crescere insieme, rafforzandone il senso di coesione, e la mobilità transfrontaliera è una premessa fondamentale per un’Europa unita e per un’esperienza di interconnessione, a tutti i livelli.

Tuttavia, attualmente il 30 per cento circa delle emissioni di CO₂ nell’Unione Europea è imputabile ai trasporti. Sebbene sia indispensabile ridurre tali emissioni per contrastare i cambiamenti climatici, i nostri sforzi congiunti devono essere diretti a creare e mantenere posti di lavoro in un settore trasformato da elettrificazione, altri combustibili alternativi, digitalizzazione e automazione. Al contempo, una transizione nel settore della mobilità e dei trasporti può essere veramente sostenibile solo se è socialmente equa e giusta.

Queste sfide possono essere affrontate unicamente attraverso uno sforzo comune, a ogni livello: istituzioni UE, Stati membri, nonché autorità e comunità locali. Spetta a noi tutti confrontarci con tali istanze per far fronte alla crisi climatica che incombe. Il Green Deal europeo, come quadro politico generale, deve assumere un ruolo di primo piano in questa battaglia. Esso mira a rendere l’Europa climaticamente neutra entro il 2050 e comporta passi significativi per il settore dei trasporti: la strategia per una mobilità sostenibile e intelligente dovrà mantenere gli impegni in termini di crescita del trasporto ferroviario di passeggeri, emissione di biglietti multimodali, ma anche di investimenti infrastrutturali estremamente importanti, come la revisione del regolamento sulla rete transeuropea dei trasporti (TEN-T). Questi progetti possono essere realizzati solo se saranno disponibili i fondi necessari: dato il ruolo chiave degli aspetti finanziari, l’orientamento del bilancio pluriennale dell’UE per il periodo 2021-2027 e dello strumento per la ripresa “Next Generation EU” sarà determinante per indirizzare gli investimenti verso le infrastrutture di trasporto e i segmenti di mobilità più appropriati.

La pandemia di COVID-19 ha limitato significativamente la libertà di circolazione e ha messo in evidenza la vulnerabilità dell’Europa, teatro di continui spostamenti. Se da un lato il traffico aereo è diminuito e l’uso della bicicletta è cresciuto, dall’altro si è anche registrato un cambiamento importante in senso negativo, a favore del trasporto individuale rispetto a quello collettivo. Qualora tale tendenza si rivelasse prevalente, si vanificherebbero molti degli sforzi intrapresi in precedenza per ridurre le emissioni di gas serra nel settore dei trasporti.

I pacchetti di ripresa per contrastare gli effetti della pandemia di COVID-19 devono essere accompagnati da un impegno alla trasformazione: essi devono includere criteri di sostenibilità che impediscano un ulteriore perpetuarsi del vincolo del carbonio, con un settore dei trasporti ancora ampiamente dipendente dai combustibili fossili. La ripresa dell’economia dell’UE non potrà durare se non sarà guidata da logiche di investimento rivolte al futuro. Per la mobilità europea, ciò significa investimenti in una migliore infrastruttura ferroviaria, aiuti alle aziende di trasporto pubblico per superare la crisi, salvataggi di compagnie aeree solo a condizioni rigorose in termini di impatto climatico e, soprattutto, istituzione del principio “chi inquina paga”, all’insegna della trasparenza per tutti i mezzi di trasporto.

Il fatto che le istituzioni UE abbiano convenuto di designare il 2021 quale ‘Anno europeo delle ferrovie’ è certamente una buona notizia. La ferrovia, per sua natura, è e dovrà rappresentare sempre più la spina dorsale di un’architettura europea dei trasporti sostenibile e resiliente. Tale obiettivo può essere raggiunto superando il predominio degli attuali assetti nazionali nonché i limiti imposti da questi ultimi, favorendo inoltre una nuova rete transnazionale integrata che si estenda sull’intero continente.

Abbiamo pertanto deciso di inserire nell’Atlante europeo della mobilità 2021 una mappa pieghevole che offre una visione d’insieme dei progetti di trasporto ecocompatibile e sostenibile in Europa e, soprattutto, che evidenzia i progetti ferroviari competitivi, come i treni notturni e le linee ad alta velocità. Sono tante le buone pratiche di cui possiamo fare tesoro!

L’Atlante europeo della mobilità intende contribuire agli sforzi verso una mobilità equa, giusta e sostenibile in Europa e si sofferma, in tal senso, su una serie di aspetti legati ai trasporti, attingendo alla ricerca empirica ed evidenziando soluzioni tangibili e concrete per la mobilità, provenienti da tutto il continente.

Desideriamo ringraziare i responsabili editoriali Martin Keim e Philipp Cerny per l’eccellente lavoro svolto e l’impegno profuso nell’elaborazione e compilazione del presente Atlante. Ci auguriamo che questa pubblicazione aiuti i lettori ad acquisire nuove informazioni e prospettive sulla mobilità europea.

La democratizzazione dei moderni mezzi di trasporto dopo la prima metà del XX secolo ha generato enormi vantaggi per molti soggetti, accrescendone in misura significativa la mobilità, la permeabilità sociale e la comodità. Ma c’è un rovescio della medaglia: i livelli di consumo di combustibili fossili e di emissioni di gas a effetto serra (GES) sono aumentati costantemente. Dato il numero crescente di persone che si spostano, il continente europeo deve rimanere innovativo per raggiungere gli obiettivi climatici pertinenti. Abbiamo bisogno di nuove tecnologie per allineare le infrastrutture e i comportamenti di mobilità alle sfide urgenti dei prossimi anni. Per salvare il clima, l’Europa dovrà accordare la priorità assoluta al Green Deal europeo.

 

Berlino e Bruxelles, febbraio 2021

Dott.ssa Ellen Ueberschär - Presidente / Fondazione Heinrich Böll

Eva Van De Rakt - Direttrice / Fondazione Heinrich Böll Unione Europea