Partecipiamo al dolore e alla sofferenza di tutti i cittadini israeliani, dei familiari delle vittime e degli ostaggi. Siamo parimenti vicini ai palestinesi e alle palestinesi, a Gaza e in Cisgiordania, nel loro dolore e nella loro sofferenza. Per una prospettiva di pace occorre una soluzione politica che garantisca il diritto all’autodeterminazione e alla sicurezza, tanto di Israele quanto della Palestina.
Il brutale attacco perpetrato da Hamas nei confronti di Israele il 7 ottobre e le atrocità compiute nei confronti di civili in Israele ci hanno profondamente sconvolto. Condividiamo l’immenso dolore e la sofferenza di tutti gli israeliani e delle israeliane, dei familiari delle vittime e degli ostaggi. Al tempo stesso, assistiamo alla catastrofica situazione umanitaria a Gaza e siamo vicini ai palestinesi e alle palestinesi di Gaza e della Cisgiordania nel loro dolore e nella loro sofferenza. Siamo solidali con i nostri colleghi a Tel Aviv e a Ramallah, nel loro dolore e nella loro sofferenza, e li ringraziamo per il lavoro che svolgono. Siamo molto colpiti dalla difficile situazione delle organizzazioni con cui collaboriamo a Gaza, in Israele e in Cisgiordania. Insieme a loro lavoriamo per la democrazia, per i diritti degli uomini e delle donne e per la giustizia ambientale, e ci impegniamo nella ricerca di parametri per una soluzione di pace. A tutti loro va il nostro sostegno e la nostra solidarietà.
A cinque settimane da quel 7 ottobre, in cui in Israele sono state deliberatamente uccise oltre 1.200 persone e oltre 200 sono state rapite, la guerra tra i terroristi di Hamas e l’esercito israeliano non si ferma. Secondo i dati del Ministero della sanità locale, a Gaza sono state uccise oltre 11.000 persone, mentre 240 ostaggi sono ancora nelle mani di Hamas. Le città e i villaggi israeliani sono ancora oggetto del lancio di razzi. La sofferenza della popolazione civile di Gaza cresce di giorno in giorno. I familiari degli ostaggi temono per la vita delle persone care detenute a Gaza. Al tempo stesso, la violenza dei coloni nella Cisgiordania occupata è in aumento e, anche lì, sono numerose le vittime.
Di fronte a una situazione simile, è evidente l’urgenza di trovare strade e condizioni per una coesistenza pacifica, dignitosa e sicura di Israele e Palestina nella regione. Un’iniziativa politica è essenziale per poter parlare di condizioni di pace che consentano in prospettiva un futuro comune di tutti i popoli nella regione, un futuro che non può che essere comune.
La Germania è al fianco di Israele, che ora deve difendersi per proteggere la sua popolazione. Al contempo, tutte le parti del conflitto, compresa Hamas, e la comunità internazionale sono tenute a rispettare il diritto umanitario internazionale e a tutelare i diritti umani. La Germania e l’Unione europea hanno aumentato gli aiuti umanitari per Gaza e per la Cisgiordania e, come gli Stati Uniti, chiedono alle forze armate israeliane di rispettare il diritto internazionale nelle azioni di difesa, per evitare vittime civili e per consentire agli aiuti umanitari di arrivare alla popolazione civile, che, a causa della chiusura della striscia di Gaza, già da anni dipende dagli aiuti esterni. “La risposta alla domanda su come Israele sta procedendo a Gaza influisce anche sulla sicurezza a lungo termine di Israele”, ha dichiarato Annalena Baerbock l’11 novembre 2023.
La Heinrich-Böll-Stiftung è da tempo parte di una società civile progressista in Israele e nei territori palestinesi, impegnata per il dialogo e la cooperazione. Per noi il diritto all’esistenza e alla difesa dello Stato di Israele non è in discussione, al pari del diritto all‘autodeterminazione della popolazione palestinese e il suo diritto a un proprio Stato, al rispetto dei diritti umani e del diritto umanitario internazionale. In solidarietà con i familiari degli ostaggi a Gaza, chiediamo il loro rilascio senza condizioni. Per una prospettiva di pace duratura, sono per noi presupposti essenziali il disarmo di Hamas e il rafforzamento di una rappresentanza politica legittima del popolo palestinese.
Questa situazione ci mette alla prova come istituzione per l’educazione politica in Germania e all’estero, impegnata a promuovere il processo decisionale democratico, l’impegno socio-politico e la comprensione tra i popoli. Come fondazione politica tedesca, siamo consapevoli della nostra responsabilità storica per la Shoah e della responsabilità per la sicurezza di Israele. Questa responsabilità è alla base del nostro operato in Germania e in tutto il mondo e, tra le altre cose, del nostro impegno per i Diritti umani universali e la dignità umana, come stabilito nell’Articolo 1 della Legge fondamentale tedesca.
La missione della nostra fondazione ci impone di prendere una posizione chiara, anche in Germania e in Europa, contro l’antisemitismo, il razzismo, l’islamofobia e tutte le forme di discriminazione etnica o religiosa. A tale scopo occorre il sostegno di tutti coloro che vogliono preservare e promuovere la convivenza nell‘uguaglianza dei diritti, nella libertà e nel rispetto. A questo ci obbliga anche il nostro impegno per i diritti umani universali e per i principi liberal-democratici.
È su queste basi che poggia il nostro operato con i difensori dei diritti umani e altre organizzazioni della società civile nella regione e in tutto il mondo. Insieme, siamo impegnati a far nascere dibattiti costruttivi, prospettive inclusive e comprensione reciproca, che possano portare avanti le opzioni politiche sulla base della soluzione dei due Stati a partire dai confini del 1967. Come Heinrich-Böll-Stiftung ci proponiamo inoltre di essere un luogo di promozione e rafforzamento del dialogo politico e sociale, soprattutto in una situazione così complessa.
Non possiamo aspettarci approcci risolutivi solo da Israele e dalla Palestina. È responsabilità anche della Comunità internazionale garantire che la situazione di partenza per una soluzione pacifica non si deteriori ulteriormente. L’Unione europea e gli Stati Uniti sono chiamati, al pari degli Stati arabi, a impedire un’escalation della situazione nella regione e a fare pressione affinché si evitino vittime civili. Tutti sono chiamati a elaborare e sostenere una soluzione politica che garantisca il diritto all’autodeterminazione e la sicurezza di Israele e di uno Stato palestinese indipendente.
Questo è quello per cui, come fondazione politica tedesca, con la sua rete internazionale di uffici e alleanze, siamo impegnati.
Questa dichiarazione, originariamente pubblicata in tedesco su boell.de, è stata tradotta da Natalia Amatulli | Voxeurop