Ecosistema suolo: la base della vita

Atlante del suolo 2024

Definito talvolta “la pelle del pianeta”, il suolo impiega centinaia o migliaia di anni a formarsi, ed è quindi una risorsa non rinnovabile sulla scala temporale umana. Il suolo è alla base della nostra vita: il suo stato di salute influisce sul cibo che mangiamo, sull’acqua che beviamo e sull’aria che respiriamo.

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Molti dei suoli del nord Europa si sono sviluppati a partire dall’ultima era glaciale e sono fortemente influenzati dalle attività umane

Il suolo è composto da minerali, materia organica, gas e acqua. La materia organica comprende organismi viventi come batteri, funghi, vermi, insetti, microbi e radici delle piante, nonché sostanze in via di decomposizione come scarti animali e residui vegetali. Le particelle di suolo, formatesi attraverso la progressiva erosione e frantumazione di rocce e minerali, si combinano con la materia organica decomposta e le deposizioni atmosferiche per creare un ecosistema che sostiene piante, animali ed esseri umani. I tipi di suolo sono molto diversi, così come le loro proprietà, e rispecchiano l’ampio ventaglio di paesaggi e climi sulla Terra. Quasi due terzi di tutti gli organismi viventi si trovano nel suolo.

Il 95 per cento circa del cibo presente sul pianeta cresce nel terreno. Un suolo in salute funziona, a seconda dei casi, come spugna, tampone e filtro che imprigiona le sostanze inquinanti, come i metalli pesanti e i pesticidi. Al suo interno, milioni di microrganismi, tra cui funghi e batteri, lavorano incessantemente per scomporre le sostanze nocive. Questi microbi sono in grado di trasformare le sostanze chimiche pericolose in composti meno tossici, rendendo così il nostro cibo più sicuro.

Il suolo svolge un ruolo centrale anche nei cicli dei nutrienti: infatti, immagazzina, trasforma e ricicla diversi elementi essenziali per la vita quali calcio, carbonio, magnesio, azoto, fosforo, potassio e zolfo, che traggono origine dalla materia organica decomposta, dalle rocce erose e dalle deposizioni atmosferiche. Le piante, crescendo, assorbono i nutrienti presenti nel suolo attraverso le radici. Uno dei principali cicli compiuti nel suolo è quello dell’azoto, una sostanza fondamentale per la crescita delle piante; molte di esse non riescono a sfruttare quello presente nell’atmosfera e hanno bisogno che i microorganismi del suolo lo trasformino, ad esempio, in ammoniaca e nitrati, grazie ai quali produrre molecole essenziali. Quando le piante e gli animali muoiono e si decompongono, l’azoto ritorna al suolo, completando così il ciclo.

Il terreno contribuisce anche alla regolazione delle piene e alla qualità dell’acqua perché immagazzina, filtra e purifica l’acqua piovana, mettendola a disposizione delle piante. L’acqua in eccesso penetra nelle falde acquifere. Tuttavia, la compattazione del suolo, causata dall’eccessivo sfruttamento dei pascoli e dall’uso di pesanti macchinari agricoli, impedisce all’acqua di penetrare nel terreno e ne altera il deflusso, provocando inondazioni e frane. Ora che i periodi di siccità e di scarsità idrica si susseguono con maggiore frequenza, gestire il suolo in maniera sostenibile è ancora più importante. Un suolo sano, infatti, può trattenere 250 litri di acqua piovana per metro cubo, che diventano 150mila litri per ettaro aumentando dell’uno per cento la materia organica. Un suolo sano è inoltre tra i prerequisiti per respirare aria pulita, dato che i fenomeni erosivi aumentano la quantità di polvere e sabbia trasportate dal vento e impoveriscono la qualità dell’aria.

Il suolo è inoltre indispensabile per contrastare il cambiamento climatico, poiché immagazzina più carbonio delle piante e dell’atmosfera messe insieme. Il carbonio nell’atmosfera viene assorbito dalle piante e trattenuto nel terreno attraverso le radici. I primi trenta centimetri di suolo da soli trattengono circa 694 gigatonnellate di carbonio che, se il suolo non è gestito correttamente, può arrivare nell’atmosfera sotto forma di anidride carbonica (co2), responsabile dell’effetto serra. Per esempio, per effetto della bonifica delle torbiere e della deforestazione per uso agricolo, le terre coltivate hanno perso tra il 50 e il 70 per cento delle loro riserve originarie di carbonio.

Il suolo è l’habitat a più alta biodiversità sulla terra: ospita infatti quasi due terzi delle specie viventi presenti in tutto il mondo
Il suolo è l’habitat a più alta biodiversità sulla terra: ospita infatti quasi due terzi delle specie viventi presenti in tutto il mondo

Il suolo, insieme alle piante e agli animali che nutre, non solo ci sostiene, ma favorisce anche in molti modi il nostro benessere e la nostra cultura: possiede, infatti, un valore estetico e ricreativo che permette alle persone di apprezzare la ricchezza e la bellezza della natura. Ci sono sempre più prove a sostegno dell’effetto terapeutico del contatto diretto con il terreno. È stato dimostrato che la pratica nota come grounding o earthing [che consiste nel radicarsi al terreno per connettersi al momento presente, NdT] favorisce il nostro benessere, allevia le sofferenze mentali ed emotive, e produce cambiamenti fisiologici positivi. In molte culture, la terra ha un profondo significato spirituale e religioso, ed è alla base di numerose credenze. Per i popoli indigeni delle Ande il suolo è un’entità vivente rappresentata dal concetto spirituale della Pachamama. Prima di intraprendere qualsiasi attività che coinvolga la terra, queste popolazioni celebrano una cerimonia per nutrirla e onorarla. Il terreno custodisce anche l’eredità delle civiltà passate, perché conserva manufatti e strutture che ci permettono di scoprire la nostra storia comune.

Nel complesso, la salute del suolo riposa sull’equilibrio fra le sue proprietà fisiche, chimiche e biologiche, un equilibrio terribilmente fragile. L’uso improprio o eccessivo dei fertilizzanti può rendere il suolo acido, salino o inquinato. Le arature intensive ne danneggiano la struttura, contribuiscono alla decomposizione della materia organica e al rilascio di anidride carbonica, ed espongono la superficie a fenomeni erosivi: una gestione sostenibile dei terreni è divenuta quindi essenziale. Anche se talvolta l’utilizzo del suolo può variare nel tempo e alcune attività umane, come la produzione di cibo o la costruzione di case e strade, comportano un’inevitabile perturbazione del terreno, è fondamentale ridurre al minimo il nostro impatto negativo. Se ci prendiamo cura del suolo, il suolo si prenderà cura di noi.

Circa l’80 per cento del territorio europeo subisce l’interferenza di attività umane come l’urbanizzazione e l’agricoltura, con conseguente degrado ambientale e cambiamento climatico
Circa l’80 per cento del territorio europeo subisce l’interferenza di attività umane come l’urbanizzazione e l’agricoltura, con conseguente degrado ambientale e cambiamento climatico


L'articolo, originariamente pubblicato in inglese su boell.de, è stato tradotto in italiano da Laura Bortoluzzi ed edito da Elena Pioli | Voxeurop