Il secolo che stiamo vivendo è caratterizzato da due delle più grandi crisi globali che l’uomo abbia mai affrontato: i cambiamenti climatici e la perdita di biodiversità.
Tutti i report internazionali mostrano come sia necessario invertire queste drammatiche tendenze in atto e ne evidenziano le cause. Tra le prime vi è l’agricoltura. Pratica essenziale per garantire la nostra sopravvivenza poiché ci fornisce il cibo di cui ci nutriamo, ma che da alcuni decenni è anche causa di inquinamento, degrado dei suoli, emissioni di gas clima alteranti e perdita di biodiversità.
Esattamente 60 anni fa, nell’ottobre 1962, la biologa Rachel Carson, pubblica il suo splendido libro “Primavera silenziosa”. Benché alcuni ricercatori, come l’agronomo italiano Giuseppe Candura avessero denunciato già negli anni ’50 i danni del DDT, questo libro ha aperto gli occhi dell’opinione pubblica sull’impatto dei pesticidi sulla biodiversità e sulla salute umana e ha tracciato la via di molte lotte ambientaliste, facendo così progredire nella presa di coscienza collettiva che è culminata nella messa al bando proprio del DDT.
Nonostante questo, la situazione non è migliorata di molto. Ancora oggi queste sostanze, ovunque le si cerchi, le si ritrova. Dalle acque alla frutta, passando per la pasta e le penne degli uccelli fino ai capelli e al sangue umano: tutte le ricerche degli ultimi anni che si sono poste come obiettivo la ricerca di pesticidi hanno avuto esiti positivi, come dimostrato per l’Italia dai dati del report dell’ISPRA sui pesticidi nelle acque, o il dossier sui residui di pesticidi pubblicato annualmente da Legambiente, che presentano ogni anno un quadro sempre più allarmante e i cui dati potrete trovare in questo volume.
Secondo i dati della FAO, il numero di sostanze fitosanitarie commercializzate ed utilizzate a livello mondiale è in costante crescita, con qualche piccolo segnale di rallentamento solo in Europa e USA.
Tali sostanze, anche a basso dosaggio, sono tossiche anche per organismi non target e mettono a rischio ecosistemi interi
L'Europa, con le linee definite dalla Commissione nell’ambito del Green Deal, come la Strategia sulla Biodiversità per il 2030 o la “Farm to Fork”, punta ad essere la guida mondiale per la riduzione dell’uso dei pesticidi. Gli obiettivi fissati per il 2030 sono stati declinati nella proposta di un nuovo regolamento per l’uso sostenibile dei prodotti fitosanitari che la Commissione Europea ha presentato lo scorso giugno e che prevede per l’Italia un taglio del 62% dell’uso e del rischio dei prodotti fitosanitari. Va ricordato che il nostro Paese, ancora all’inizio del 2023 si trova con un Piano d’Azione Nazionale (PAN) per l’Uso Sostenibile dei Fitofarmaci adottato nel 2014 ma oramai scaduto da anni e il cui processo di rinnovo è in stallo dal 2019.
Nonostante il volere dei cittadini, sempre più consapevoli della necessità di riduzione dei pesticidi, come dimostrano le 1,2 milioni di firme dell'iniziativa dei cittadini europei "Salviamo le api e gli agricoltori", attualmente la proposta di regolamentazione è sotto attacco sia da parte delle lobby dell’agro-chimica sia da molti governi e politici che chiedono una riduzione dei target, tempi più lunghi ed anche la completa abolizione del regolamento, facendo diventare di fatto le strategie solo delle belle parole sulla carta.
Molti di questi attacchi prendono come pretesto la situazione geopolitica in corso, dichiarando che se venissero rispettati questi obiettivi ambientali sarebbe in gioco la nostra sicurezza alimentare.
Queste affermazioni vengono però contraddette da scienziati e organizzazioni internazionali, come il Programma Alimentare Mondiale (WFP) e l'Organizzazione per l'Alimentazione e l'Agricoltura (FAO), che sottolineano come l'abrogazione o il rinvio delle misure ambientali siano la risposta sbagliata alla crisi e che sono proprio la perdita di specie e le condizioni climatiche estreme che minacciano sempre più la sicurezza alimentare in tutto il mondo.
La possibilità di un’agricoltura diversa, che faccia a meno della chimica di sintesi, è dimostrata dai dati di crescita continua dell’agricoltura biologica, di cui l’Italia è tra i leader mondiali ed Europei. La superficie agricola coltivata (SAU) senza l’uso della chimica nel nostro Paese ha raggiunto nel 2021 il 17%, pari a 2,2 milioni di ettari, spinta soprattutto dalla crescita del consumo, e punta a raggiungere il 25% di SAU a biologico già nel 2027.
È indispensabile, e allo stesso tempo possibile, iniziare da ora e senza indugi a modificare il sistema alimentare globale
L' efficacia dell’agricoltura biologica per ridurre gli impatti sull’ambiente è dimostrato oramai da numerosi studi ed è stato confermato anche in Italia dai monitoraggi sulla biodiversità condotti dall’ISPRA e dall’iniziativa “La Compagnia del Suolo”, illustrati nelle pagine seguenti.
È dunque indispensabile, e allo stesso tempo possibile, iniziare da ora e senza indugi a modificare il sistema alimentare globale. Occorre ridurre il nostro impatto sull’ambiente partendo dalla diminuzione di pesticidi e fertilizzanti, passando da un modello intensivo e tecnicistico a un approccio agroecologico, partendo dai campi fino alle tavole dei consumatori, come recita proprio il titolo della Strategia Europea.
Siamo fiduciosi che questo testo, concepito per diffondere consapevolezza rendendo accessibili dati e conoscenze, contribuirà a un cambio di paradigma che non è più solo desiderabile, ma necessario.
Jan Philipp Albrecht & Dr. Imme Scholz - Heinrich-Böll-Stiftung
Marc Berthold - Heinrich-Böll-Stiftung Parigi, Francia e Italia
Federica Luoni - Coalizione CambiamoAgricoltura
Dr. Martin Dermine - Pesticide Action Network Europe