Il forte, seppur tardivo, risveglio delle coscienze in Germania

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Milioni di cittadini e cittadine hanno manifestato in Germania contro l’estrema destra: un movimento popolare inatteso si è mobilitato contro l’AfD, senza però riuscire a rimettere in discussione la sua presenza.

Photo d'une manifestation contre l'extrême droite à Fribourg (3 février 2024)

All’inizio del 2024 l’estrema destra tedesca e il suo principale partito,  l’Alternativa per la Germania (Alternative für Deutschland, AfD), sono state messe in difficoltà da un inatteso movimento popolare di massa.

A partire da metà gennaio milioni di cittadini hanno manifestato ogni fine settimana nelle strade di piccole e grandi città del paese per protestare pacificamente contro il discorso xenofobo e i progetti antidemocratici dell’AfD.

Il movimento continua ancora oggi, seppure con minore intensità.

L’elemento che ha fatto esplodere le proteste è stata la scoperta da parte dell’opinione pubblica del famoso “incontro di Potsdam”: lo scorso 10 gennaio il sito di inchieste Correctiv ha raccontato, infatti, la riunione segreta che si è svolta vicino a Berlino nel novembre 2023, durante il quale persone che affermavano di non frequentarsi si sono riunite: membri del partito conservatore Cdu, deputati e responsabili dell’AfD, un discendente della famiglia von Bismarck, qualche rappresentante di ricche famiglie tedesche,  neonazisti e militanti nazionalisti.

In quell'occasione Martin Sellner, uno dei principali oratori dell’incontro e leader dell’Identitäre Bewegung Österreich, il movimento identitario austriaco, ha parlato di un piano di “remigrazione”, consistente nell’espulsione di 2 milioni di cittadini non tedeschi dalla Germania verso Nord-Africa. Inoltre durante l'incontro è stato presentato un progetto simile anche per i cittadini tedeschi “poco integrati” e per coloro che sono ritenuti “problematici”.

“L’idea della ‘remigrazione’ non è una novità, anzi  è nota a coloro che lavorano sull’estrema destra, ma finora non aveva attirato molta attenzione. Per questo siamo rimasti sorpresi dalla forza della reazione popolare”, racconta Lorenz Blumenthaler, ricercatore e portavoce della Fondazione Antonio Amadeu (Aas), importante ong impegnata nella lotta contro il razzismo e l’estrema destra in Germania. Le ragioni di questa incredibile reazione sono diverse, fra cui i numerosi legami politici e il carattere complottista di una riunione che propone un piano tanto concreto quanto anticostituzionale.

“So da tempo che una parte dei responsabili dell’AfD porta avanti un discorso razzista con chiari riferimenti nazisti. Ma venire improvvisamente a sapere che questi politici si ritrovano con gente con i soldi per parlare di espulsioni di massa di persone non tedesche, è allucinante! È la goccia che fa traboccare il vaso”, ci spiega la berlinese Wiebke Brenner, incontrata nel corso di un'imponente manifestazione a Berlino lo scorso  3 febbraio.

Le manifestazioni si sono fortemente opposte al discorso dell’AfD, che sostiene che la Germania è sull’orlo della rovina economica e della disintegrazione sociale. Questa mobilitazione ha ridotto i consensi per l’AfD: indipendentemente dall’istituto e dal sondaggio realizzato, a partire da febbraio le intenzioni di voto per l’’AfD sono scese al 16-19 per cento a livello nazionale, mentre nel periodo precedente erano arrivate a salire fino al 24 per cento.

Anche nei Länder orientali dove l’AfD è molto forte, come la Sassonia, la Turingia e il Brandeburgo, questo rallentamento è evidente anche se il partito continua a rimanere intorno al 30 per cento.

“Il primo insegnamento che possiamo trarre è che è possibile mobilitare molte persone rapidamente. Queste sono le più grandi manifestazioni dopo quelle sulla questione climatica. Inoltre abbiamo assistito a una mobilitazione che ha coinvolto diverse persone di una certa età, che non erano mai scese in piazza contro l’estrema destra. Infine queste iniziative si sono svolte un po’ ovunque, anche nelle piccole città dell’est dove l’estrema destra è forte e dove ci vuole un certo coraggio andare a manifestare", osserva Blumenthaler.

Molto importante è stato il ruolo del movimento per il clima Friday for Future, principale organizzatore insieme all’ong Campact: è grazie alla loro conoscenza dei social network, al loro radicamento sul territorio e alla loro capacità di cooperare rapidamente con i responsabili locali, che queste manifestazioni sono potute diventare il movimento di massa che abbiamo visto.

“Queste iniziative hanno anche mostrato a molti militanti che gli anni di lavoro sul campo non sono stati inutili, e a molti non militanti fino a che punto l’impegno può essere efficace”, aggiunge Pit Terjung, uno dei portavoce. Dalla Fondazione Antonio Amadeu fino alle “Nonne contro l’estrema destra”, tutti confermano un nuovo interesse per l’impegno politico.

“Il movimento ha fatto nascere alleanze e messo in moto diversi ingranaggi democratici”, aggiunge Blumenthaler. Così il mondo imprenditoriale tedesco, che di solito evita di prendere posizione, ha pubblicato insieme alla Confederazione dei sindacati tedeschi (Dgb) un appello comune contro l’estrema destra e la “strategia della remigrazione”.

Anche le chiese si sono schierate in modo deciso contro l’AfD, e i media hanno fornito approfonditi articoli e analisi sui meccanismi di funzionamento e sui progetti dei gruppi di estrema destra.

Questo ha permesso di conoscere meglio l’influenza dell’AfD sui social network e in particolare su TikTok, o il modo in cui, per esempio, l’AfD della Turingia, che è in testa ai sondaggi per le elezioni regionali di settembre, riflette a come toccare ad alcuni meccanismi strutturali e costituzionali per fare del Land un laboratorio dell’estrema destra. Tre mesi dopo l’avvio del movimento, il numero e la frequenza delle manifestazioni si sono molto ridotti. Da diverse centinaia di migliaia di manifestanti ogni fine settimana, si è passati ad alcune decine di migliaia.

“Non bisogna stupirsi. Per andare oltre la protesta ci vorrebbe un discorso condiviso da tutte le parti, che per ora manca. E tutti i partiti politici tradizionali – che hanno dichiarato di sostenere un movimento a cui hanno aderito, ma che non sono stati loro ad avviare – non hanno fatto molto”, riferisce Blumenthaler.

Con l’avvicinarsi delle elezioni europee e regionali in tre Länder della Germania orientale, le grandi formazioni politiche come i socialdemocratici (Spd) e i conservatori (Cdu) fanno fatica a immaginare alleanze future contro l’estrema destra e a adottare delle posizioni decise che possano da un lato dire chiaramente “no” all'estrema destra e dall’altro riuscire a intercettare il voto cosiddetto di “protesta”.

Queste manifestazioni hanno il merito di aver permesso di riaprire il dibattito sul bisogno di vigilanza in direzione di un partito definito di “estrema destra” dai servizi di sicurezza in diversi Länder, e sulla possibilità di avviare una procedura di scioglimento del partito, come prevede la Costituzione tedesca qualora vi fossero degli “indizi concreti” nei confronti di una forza politica intenzionata ad attaccare ed eliminare l’ordine costituzionale liberale e democratico.


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