Essendo uno dei più grandi importatori di agrochimici ed esportatore di prodotti agricoli, il Brasile detiene il record del consumo di pesticidi. I pesticidi utilizzati, per la gran parte, sono prodotti in Unione europea e sono altamente pericolosi.
Il 14% circa del volume totale di pesticidi esportati dall'Unione europea verso i Paesi del Mercosur (il Mercato Comune dell'America Meridionale, composto da Argentina, Brasile, Uruguay e Paraguay) è rappresentato da sostanze vietate o mai autorizzate nella stessa Unione europea, sebbene siano prodotti e venduti da aziende con sedi in questi Paesi. Quattro dei primi dieci pesticidi più comuni in Brasile non sono più autorizzati in UE: atrazina, acefato, clorotalonil e clorpirifos. Nel 2020, 33.300 tonnellate di atrazina, 29.900 tonnellate di acefato, 24.100 tonnellate di clorotalonil e 8.800 tonnellate di clorpirifos sono state vendute in Brasile, anche da aziende con sede in UE.
L'Unione europea è un importante partner commerciale del Mercosur. Nel 2019, i due blocchi commerciali hanno raggiunto un accordo di libero scambio. Prima che tale accordo possa entrare in vigore, richiede, però, l'approvazione del Parlamento Europeo e dei parlamenti nazionali dei 27 Stati Membri UE, nonché degli Stati del Mercosur. L'accordo abolirebbe le tariffe doganali e aumenterebbe i contingenti d'importazione. Le preoccupazioni sugli effetti ambientali e sociali erano alcune delle controverse questioni alla base degli oltre 20 anni di trattative commerciali fra le parti. Se l'accordo commerciale EU-Mercosur verrà ratificato, le tariffe doganali sugli agrochimici verranno ridotte fino al 90%, il che porterebbe a un aumento delle importazioni di pesticidi pericolosi dall'UE verso i Paesi Mercosur.
Ci si attende, inoltre, che l'accordo promuova le esportazioni di prodotti agricoli e colture alimentari, fra cui soia, canna da zucchero ed etanolo ricavato dalla canna da zucchero, che dipendono fortemente dai pesticidi. Inoltre, aumentarebbero le esportazioni di prodotti a base di carne, come il pollame, che dipendono dai mangimi animali a base di soia, il che stimolerebbe ancor più l'uso dei pesticidi. Il Brasile è il più grande esportatore di soia, manzo, pollo e canna da zucchero nel mondo, nonché il secondo più grande esportatore di cereali nel mondo. Il suo ruolo nel mercato globale come esportatore di prodotti alimentari e biocarburanti causa deforestazione, riduzione della biodiversità, violazione dei diritti delle popolazione indigene e aumento dell'uso di pesticidi. Il totale dei pesticidi consumati in Brasile nel 2010 è stato 384.501 tonnellate e il volume è aumentato di anno in anno, fino a raggiungere le 685.745 tonnellate nel 2020, e un valore di 28 miliardi di euro.
Circa la metà di questo volume totale di pesticidi venduti in Brasile è destinata alla soia; l'82% dei pesticidi commerciali usati in Brasile sono applicati a soia, canna da zucchero, mais e cotone. Il maggior consumo di pesticidi è dovuto principalmente all'aumento di seminativi destinati alla produzione di mangimi o etanolo, a causa dalla domanda dell'UE.
Fra il 2010 e il 2019, la superficie coltivata a canna da zucchero è aumentata da 9 milioni di ettari a 10 milioni di ettari. La superficie coltivata a mais è aumentata del 38% fra il 2010 e il 2019, da 13 a 18 milioni di ettari, e la superficie coltivata a soia è aumentata del 56% nello stesso periodo. Per quanto riguarda la soia, oggi la superficie coltivata copre un'area equivalente al territorio della Germania.
L'aumento dell'uso dei pesticidi in Brasile va di pari passo con l'aumento delle superfici coltivate a organismi geneticamente modificati. Attualmente, il 92% della soia, l'87% del mais e il 94% del cotone coltivati in Brasile sono geneticamente modificati. L'uso di queste sostanze ha gravi effetti sulla salute della popolazione brasiliana: fra il 2010 e il 2019, 56.870 persone sono state avvelenate dai pesticidi, questo dato corrisponde a una media di 5.687 casi all'anno, o di 15 persone al giorno. Inoltre, il Ministero della Salute brasiliano ammette che il numero di casi non segnalati è elevato e che, di conseguenza, il numero reale di persone avvelenate è ancor più alto.
La salute dei bambini e delle donne desta particolare preoccupazione. Circa il 15% della popolazione avvelenata dai pesticidi in Brasile è rappresentato da bambini e giovani di età fra gli 0 e i 19 anni. Nemmeno i neonati ne sono indenni: residui di pesticidi vengono regolarmente trovati nel latte materno.
Esistono, di contro, anche importanti movimenti di resistenza all'attuale modello di produzione agricola del Brasile. Per esempio, il Movimento dei Lavoratori Rurali Senza Terra (MST) sta giocando un ruolo importante nella rivoluzione agroecologica, sviluppando questo metodo in circa 700 insediamenti. Durante la pandemia, il Movimento ha donato alle popolazioni povere delle città più di 2.300 tonnellate di prodotti alimentari da agricoltura biologica.
Fonti:
p.54: Larissa Mies Bombardi, Geography of Asymmetry: the vicious cycle of pesticides and colonialism in the commercial relationship between Mercosur and the European Union, 2021, https://bit.ly/3oeHOoh. Ibama, https://bit.ly/3razzeN. Repórter Brasil, https://bit.ly/34oMBMY. – p.55 in alto: Larissa Mies Bombardi, Geography of Asymmetry: the vicious cycle of pesticides and colonialism in the commercial relationship between Mercosur and the European Union, 2021, https://bit.ly/3oeHOoh.Acsurs, https://bit.ly/3ooDWkS. – p.55 in basso: Reporter Brasil, Mapa dos Agrotóxicos na Água, 2019, https://bit.ly/2ZGCH2g.