Il mercato globale dei pesticidi sta crescendo e sono poche le società che se lo spartiscono. Investono sempre di più nei Paesi del Sud del Mondo, dove i pesticidi sono soggetti a una regolamentazione meno severa.
Le società agrochimiche come Bayer o Syngenta sono nate da aziende chimiche o farmaceutiche, alcune delle quali vennero fondate nel XIX secolo. A metà degli anni '90, con l'avvento dell'ingegneria genetica in agricoltura, scoprirono un nuovo modello economico, abbinando alla vendita di pesticidi la vendita di sementi. Al fine di formare nuovi gruppi specializzati, acquisirono parecchie piccole aziende produttrici di sementi e, a cavallo fra il XIX e il XX secolo, separarono la divisione agricola dal resto dell'attività. Negli ultimi anni, le quote di queste società sul mercato globale hanno subìto una nuova impennata. Nel 2015, l'azienda statunitense Dow Chemicals aveva annunciato una fusione con Dupont. Quattro anni dopo, le due società hanno unificato le loro produzioni di pesticidi e sementi, dando vita a Corteva Agriscience.
Nel 2017, il colosso controllato dallo stato cinese ChemChina ha rilevato il gruppo svizzero dell'agribusiness Syngenta. Nel 2018, l'azienda chimica tedesca Bayer ha acquistato la statunitense Monsanto e venduto una parte del suo business alla chimica tedesca BASF che è così approdata nel settore delle sementi. E nel 2020 Syngenta, l'azienda agrochimica israeliana Adama e la cinese Sinochem hanno formato il Syngenta Group. Nel 2018, le Big Four - Syngenta Group, Bayer, Corteva e BASF - controllavano circa il 70% del mercato globale dei pesticidi. Venticinque anni prima, la loro quota di mercato era solo del 29%. Nel settore delle sementi (in cui ora gli stessi gruppi sono leader) la quota delle quattro più grandi aziende è aumentata dal 21% al 57% nel medesimo periodo.
Il potere di queste società, nonché la fusione continua dei due modelli economici, influiscono sulla gamma di prodotti e sull'agricoltura a livello globale. Ai produttori di sementi che vendono anche pesticidi interessa che i loro prodotti agrochimici vengano impiegati anche nella coltivazione delle loro sementi. I principali fornitori di sementi e pesticidi a livello globale si concentrano sulla riproduzione selettiva e sulla modificazione genetica di un limitato numero di colture. Principalmente soia e mais, che rappresentano circa i due terzi del volume del mercato dei semi. Per Bayer, circa il 75% delle vendite di sementi deriva da queste colture, per Syngenta il 55% e per Corteva ben l'85%.
Negli ultimi anni, per favorire un ulteriore sviluppo dell’industria sementiera, le grandi aziende hanno aumentato i fondi stanziati per la ricerca, mentre, nello stesso periodo, i fondi per la ricerca destinati al settore agrochimico sono rimasti pressoché invariati. Nel 2000, le vendite globali di fitofarmaci comprendevano per il 70% formulazioni brevettate o di proprietà esclusiva. Da allora, i brevetti sulle sostanze agrochimiche comuni sono scaduti e non sono stati rimpiazzati sul mercato da nuovi princìpi attivi brevettati. Oggi, solo il 15% di essi è brevettato. Ciò è dovuto anche a procedure di approvazione più severe, specie nell'Unione Europea, che hanno portato a un aumento dei costi da affrontare per portare sul mercato un nuovo principio attivo. In seguito all'aumento dei costi, le aziende più importanti tendono a usare vecchi princìpi attivi combinati in nuove miscele.
I prodotti pesticidi più venduti includono l'erbicida glifosato (brevettato nel 1971, sul mercato dal 1974), il paraquat (erbicida il cui effetto è stato scoperto nel 1955, sul mercato dal 1962), l'erbicida atrazina (sul mercato dal 1958) e i neonicotinoidi, una nuova classe di insetticidi (sul mercato dai primi anni '90). Ciò che li accomuna tutti è la loro pericolosità. Si sospetta, per esempio, che il glifosato sia cancerogeno, il paraquat è altamente tossico per l'essere umano, l'atrazina è un interferente endocrino e i neonicotinoidi sono altamente tossici per le api.
Nei Paesi industrializzati, i cinque principali produttori vendono, nel complesso, meno pesticidi altamente pericolosi che in Asia, Africa e America Latina. Il 12% delle vendite complessive di pesticidi avviene in Germania e l'11% in Francia, mentre il 49% in Brasile e il 59% in India. Ciò è dovuto, in parte, al fatto che l'UE e i Paesi che aderiscono all’Associazione Europea di Libero Scambio (EFTA) hanno bandito numerosi Pesticidi ad Alto Rischio (Highly Hazardous Pesticide – HHP). Tuttavia, altrove queste sostanze sono ancora permesse per via di una regolamentazione incompleta, specie in Sud America, Asia e Africa, dove la vendita di pesticidi sta aumentando.
La continua crescita del mercato globale dei pesticidi pari ad un 4% medio annuo è dovuta principalmente alle vendite in queste aree del mondo. L'Africa è ancora il continente che fa meno uso di pesticidi, con una media di meno di 0,4 kg per ettaro coltivato, mentre nel resto del mondo il valore si attesta intorno ai 2,6 kg per ettaro, ma presto raggiungerà altre regioni. Il settore ha da tempo identificato nel continente africano il suo mercato più vasto. Con una presenza sempre più massiccia dell'industria agricola, anche l'impiego di Pesticidi ad Alto Rischio sta aumentando.
Fonti:
p.12: Public Eye, https://bit.ly/3GrePUS. – p.13 in alto: Public Eye, https://bit.ly/3G8awhc. – p.13 in basso: Faostat, https://bit.ly/3DohlJQ. PAN Germany, Giftige Exporte. Die Ausfuhr hochgefährlicher Pestizide von Deutschland in die Welt, 2019, https://bit.ly/3rFELIi.