Lezioni dai risultati elettorali, 100 giorni dopo le elezioni

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Fratelli d'Italia, partito nato dalle ceneri del neofascismo, si è consolidato come la forza politica più forte in Italia. In assenza di un'alternativa, l'attuale governo potrebbe probabilmente durare l'intera legislatura fino al 2027, il che sarebbe un'eccezione nella storia italiana.

Wahlurne in Italien

Nei quattro mesi intercorsi tra formazione del nuovo governo e elezioni regionali, in molti campi della politica si è assistito ad un continuo susseguirsi di accelerazioni e frenate. A novembre, per esempio, c’è stata la questione del ministro dell‘interno che ha vietato alle navi non governative “Humanity 1” e “Ocean Viking” di attraccare in un porto italiano per sbarcarvi centinaia di profughi e migranti salvati in mare. “No, sono gli stati di bandiera”, cioè in questo caso Germania e Norvegia, “a doversi assumere la responsabilità dello sbarco e della presa in carico delle richieste d’asilo.” Solo se questi paesi si fossero formalmente impegnati ad accoglierli immediatamente, ai naufraghi sarebbe stato – eccezionalmente – consentito di sbarcare in Italia “per ragioni umanitarie”. Poi, in seguito alle pressioni dei paesi interessati e della Commissione europea, una parte delle persone tratte in salvo dalla “Humanity 1” – quelli che si trovavano in condizioni di emergenza medica – è stata fatta sbarcare a Catania. Questo sbarco selettivo, contrario al diritto internazionale, ha suscitato ulteriori proteste e, alla fine, tutti i passeggeri della nave sono stati fatti sbarcare a Catania. A febbraio, il tribunale di Catania ha condannato lo sbarco selettivo come illegale. Il rifiuto di sbarco per la Ocean Viking, che alla fine ha dovuto attraccare a Tolone, ha scatenato una grave crisi diplomatica tra Francia e Italia e anche nei rapporti personali di Macron e Meloni, crisi che ancora pesa sulle relazioni tra i due paesi. In ogni caso, da quel momento, a nessuna delle navi che si occupano di salvataggi è mai più stato vietato lo sbarco.[1] 

Poi c’è stata la storia del decreto sui rave non autorizzati, che avrebbe portato ad una generale limitazione del diritto di riunirsi ed associarsi. Anche qui il governo Meloni, con gran spiegamento di forze sui media, ha cercato di mantenere il pugno di ferro finché non gli è stato spiegato che il decreto violava diverse norme costituzionali. Alla fine è stato ritirato. È andato in modo simile anche il dibattito sulla limitazione del diritto all’aborto: una rapida avanzata, grandi proteste pubbliche e poi d’un tratto più niente. Questa politica “go and stop” si è vista anche nelle questioni economiche: grazie alle accise sui carburanti lo stato guadagna sul rialzo dei prezzi di benzina e diesel, dovuti, almeno in parte, all’invasione russa dell‘Ucraina. Quindi, già nell’estate 2022, ultima fase del governo Draghi, l’aliquota dell’imposta era stata abbassata. Il governo Meloni, però, cancellando questo provvedimento, ha fatto sì che i prezzi schizzassero ben al di sopra dei 2 euro al litro. Questa misura si è rivelata impopolare, oltre che moralmente dubbia, e quindi le accise sono state abbassate nuovamente. È una lista che potrebbe proseguire all’infinito, anche rispetto al rapporto con l‘UE e all’intenzione del governo di riscrivere il pluriennale “Piano di ripresa e resilienza” da oltre 200 miliardi di euro già approvato dalla Commissione Europea. O magari rispetto al sostegno militare all‘Ucraina, tema sul quale Meloni si è dovuta imporre su Salvini e Berlusconi, soci di minoranza in odore di amicizia con Putin.

Dopo questa performance pietosa nei primi quattro mesi di governo – che per il momento non le ha alienato il favore degli elettori – la destra, Fratelli d’Italia in testa, sembra puntare su un altro cavallo. In mancanza di alternative, sembrerebbe che l’attuale governo possa arrivare al termine della legislatura sopravvivendo fino al 2027, il che per l’Italia sarebbe un’eccezione. Perciò, anziché aprire la “nuova via” a suon di atti di forza di breve respiro, il governo sta puntando a costruire una prospettiva a lungo termine, mirando a consolidare il proprio potere in maniera cauta e graduale. Nella consapevolezza che ad influenzare in maniera durevole la vita di un paese non sono tanto ministri e ministre quanto manager ed alti funzionari, adesso si tratta di sostituirli ai posti di comando con persone nuove, ossia di destra e favorevoli al governo. Il discorso riguarda i ministeri ma anche grandi aziende e banche controllate del tutto o in parte dallo stato, nonché quegli enti che, almeno sulla carta, sono indipendenti: la radio-televisione pubblica RAI e magari in futuro anche università e istituti di ricerca. Poi ci sono le riforme istituzionali, lente da attuare ma da tempo preparate, come l’“autonomia differenziata” delle regioni, la trasformazione dell’Italia in una repubblica presidenziale e, ovviamente, la riforma della giustizia, perché, se c’è qualcosa che il governo deve temere, sono proprio i tribunali e i pubblici ministeri, Polonia o Israele docet. Obiettivo è l’infiltrazione strisciante della società e l’istituzione di una “cultura di destra” che, in questa forma, in Italia non è mai esistita.

Nei prossimi articoli di questa serie cercheremo di seguire ed analizzare questi sviluppi.

 


L'articolo, originariamente pubblicato in tedesco, é stato tradotto da Susanna Karasz di Voxeurop

 


[1] In un altro articolo di questa serie approfondiremo le questioni relative ai salvataggi in mare nel Mediterraneo Centrale, agli sbarchi e alla responsabilità per i richiedenti asilo.