In tutto il mondo vi sono progetti che dimostrano che un futuro agroecologico è possibile: sempre più città, stati e regioni cercano di abbattere l'uso dei pesticide o persino di bandire completamente gli agenti chimici da campi e terreni.
Finora, più di 550 città e comuni tedeschi hanno deciso di gestire il loro verde urbano parzialmente o totalmente senza ricorrere a pesticidi. Alcuni comuni stanno eliminando un gruppo specifico di princìpi attivi o un singolo principio attivo, per esempio il glifosato. Altri non fanno più uso di pesticidi. Ne è un esempio il Comune di Saarbrücken, capitale dello stato federato di Saarland, che non usa pesticidi da 25 anni. Anche molte città e regioni europee hanno creato aree libere da pesticidi in Italia, Belgio, Paesi Bassi e Lussemburgo. Tuttavia, finora ciò interessa solo le aree urbane. Molte aziende degli stessi territori continuano ad utilizzare i pesticidi. Nel 2007, la Danimarca ha implementato un divieto a livello nazionale sull'uso di pesticidi nelle aree pubbliche. Inoltre, i politici danesi stanno lavorando per ridurre l'uso di pesticidi in tutto il Paese.
Dal 2011, la Danimarca ha abbattuto l'uso di pesticidi di più del 40% ed attualmente utilizza in media il 40% di pesticidi in meno rispetto ai vicini europei. Malgrado questi sforzi, il Paese è ancora lontano dall'essere completamente pesticide-free.
Fra gli stati pionieri ad aver bandito i pesticidi c'è il Lussemburgo, dove nel 2016 è entrato in vigore un divieto totale di utilizzo nelle aree pubbliche. Fra l'altro, dal 2021, il governo ha vietato l'uso del glifosato sui terreni agricoli, anche se l'erbicida potrà essere utilizzato in UE fino a fine 2023. Anche il comune italiano di Malles, Sud Tirolo, la più vasta regione d'Europa produttrice di mele, è particolarmente impegnato a vivere e produrre senza pesticidi dannosi. In un referendum del 2014, la maggioranza dei residenti ha deciso che territorio municipale e terreni agricoli dovessero essere pesticide-free. Nonostante l'ampio consenso, la decisione è stata oggetto di forte opposizione da parte dei produttori locali di mele, che hanno combattuto nei tribunali per evitare che il divieto sull'uso dei pesticidi entrasse in vigore. Il TAR ha infine ribaltato il risultato del referendum, argomentando che il comune non era l'autorità competente per questa questione di tutela ambientale.
Tuttavia, lo sforzo della società civile ha ricevuto un ampio riconoscimento: nel 2020, la comunità è stata insignita del premio EuroNatur per la sua perseveranza nell'iniziativa contro i pesticidi.
Il cambiamento è in corso in tutto il mondo, non solo in Europa. Nel 2018, il Messico è stato ammonito dalla Commissione Nazionale per i Diritti dell'Uomo per aver violato gli obblighi di dovuta diligenza non vietando gli HHP (Highly Hazardous Pesticides, Pesticidi Altamente Pericolosi). Solo due anni dopo, il Ministero dell'Agricoltura messicano ha avanzato delle proposte per azzerare l'uso del glifosato entro il 2024, anche in seguito alle pressioni delle organizzazioni della società civile. Nel frattempo, verrà stabilito un periodo di transizione per raggiungere la sostituzione totale dell'erbicida. Le autorità competenti sono state sollecitate a sviluppare alternative non chimiche agli attuali pesticidi.
Il Kirghizistan prevede addirittura di abolire totalmente l'uso di pesticidi. Il parlamento del Kirghizistan nel 2018 ha deciso che l'agricoltura avrebbe dovuto attuare una transizione verso il biologico entro i successivi dieci anni, abolendo l'uso di insetticidi, erbicidi, fungicidi sintetici e di altre sostanze fitosanitarie come i fitoregolatori. Solo le sostanze autorizzate in agricoltura biologica sono state escluse da tale bando. In India, diversi stati hanno iniziato a convertire la propria agricoltura verso il biologico e a vietare l'uso dei pesticidi: il piccolo stato di Sikkim sarà la prima regione al mondo ad avere un'agricoltura 100% biologica. Questo è un enorme cambio di paradigma, in un Paese che per decenni ha fatto un uso massiccio di fertilizzanti e pesticidi di sintesi.
Nel Sikkim, sono stati decisivi alcuni fattori: l'aumento dei casi di cancro, l'inquinamento dei fiumi e l'infertilità dei suoli dovuta ai pesticidi. Il governo del Sikkim ha anche attribuito questa decisione al fatto che i residui di pesticidi, molti dei quali sono vietati in altri Paesi, hanno contaminato alimenti di base come riso, verdura, ortaggi e pesce. Lo stato indiano Andhra Pradesh, più o meno delle dimensioni di Austria, Danimarca e Paesi Bassi messi insieme, nel 2018 ha annunciato che i sei milioni di agricoltori dello stato lavoreranno senza più usare pesticidi chimici, al più tardi dal 2024. Lo Sri Lanka non è da meno: per avere un'agricoltura al 100% biologica, il governo aveva temporaneamente vietato l'importazione di fertilizzanti e pesticidi chimici nell'aprile del 2021. Qualche mese dopo, in seguito alla crisi economica, il governo ha fatto marcia indietro e ha autorizzato nuovamente le importazioni.
Tuttavia, la lotta del Paese contro le sostanze tossiche continua: da anni il governo sta inasprendo le restrizioni mediante la legge sul controllo dei pesticidi e ha già vietato ben 36 Pesticidi Altamente Pericolosi. Per questo sforzo, nel 2021, il Paese ha ricevuto lo Special Future Policy Award, dedicato alle soluzioni politiche più efficaci volte a tutelare le persone e l'ambiente dagli agenti chimici pericolosi.
Fonti:
p.60: FiBL & IFOAM, The World of organic agriculture, 2019, https://bit.ly/34rsnCj. – p.61 in alto: Eurostat, Für ökologische Landwirtschaft genutzte Fläche, https://bit.ly/3GjQa4O. Thünen Report, Leistungen des ökologischen Landbaus für Umwelt und Gesellschaft, 2019, http://bit.ly/35e6zW3. p.61 in basso: European Commission, https://bit.ly/3xUyPxe.