Unione europea: protezione del suolo cercasi!

Atlante del suolo 2024

Le misure a tutela del clima, dell’acqua e della biodiversità sono sancite, in alcuni casi da decenni, da leggi comunitarie. Manca ancora, però, un quadro normativo generale per la tutela del suolo. I precedenti tentativi per crearne uno sono stati sabotati, mentre gran parte delle politiche attuali sono inefficaci.

L’agricoltura biologica nell’UE ha visto una crescita costante, occupando dal 5,9 per cento dei terreni agricoli nel 2012 al 9,9 per cento nel 2021
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L’agricoltura biologica nell’UE ha visto una crescita costante, occupando dal 5,9 per cento dei terreni agricoli nel 2012 al 9,9 per cento nel 2021

È stato solo nel 2006 che la Commissione europea ha lanciato un’iniziativa globale per la tutela del suolo, chiedendo a tutti gli stati membri di inserire nella propria agenda politica delle misure idonee a evitare un ulteriore deterioramento del suolo. Mentre la maggioranza dei Parlamentari europei hanno sostenuto una direttiva quadro per la protezione del suolo, il Consiglio europeo per anni non è stato in grado di trovare una posizione condivisa. Austria, Germania e Olanda sono stati fra i paesi che hanno bloccato la risoluzione, sostenendo che la proposta di legge violasse il principio di sussidiarietà, ossia quello secondo cui l’Unione può intervenire su una determinata materia solo se uno stato membro non riesce a farlo in maniera soddisfacente, o se una misura europea offre un’alternativa migliore. E così, nel 2014, la Commissione europea ha rinunciato al tentativo di far approvare una direttiva quadro sul suolo.

L’unico quadro normativo standardizzato per la protezione del suolo a livello europeo è la Politica agricola comune (PAC). Le aziende agricole che ricevono i fondi PAC devono rispettare una serie di requisiti. Non possono per esempio bruciare le stoppie di cereali dopo il raccolto, e devono garantire un livello minimo di rotazione delle colture. Se applicano volontariamente altre misure, inoltre, possono ricevere finanziamenti aggiuntivi.

Ciononostante, la PAC è stata pesantemente criticata in passato, e gli esperti ne mettono in dubbio la capacità di promuovere una gestione sostenibile del suolo. A seguito di esenzioni varie e valori di riferimento ridimensionati, il requisito della diversificazione delle colture ha portato finora a un cambiamento delle coltivazioni solo sul 2 per cento della totalità dei terreni arabili nell’UE. Inoltre, spesso i fondi a disposizione degli eco-schemi volontari sono irrisori. E sebbene abbia fatto piccoli progressi sul fronte della tutela delle risorse naturali, la PAC è ancora criticata duramente da ambientalisti e ambientaliste: un’analisi recente ha rilevato quanto siano tristemente insufficienti le sue misure di tutela ambientale. Per esempio, il periodo durante il quale il suolo deve rimanere coperto in inverno, secondo le leggi ambientali europee, è troppo breve: in Germania è vietato arare le aree a rischio di erosione idrica solo da dicembre a metà febbraio.

Le leggi per la tutela del suolo sono ora più necessarie che mai. Fino all’anno scorso erano in vigore due importanti, seppur insufficienti, normative europee che cercavano di proteggere il suolo e la biodiversità. La prima prevedeva uno standard minimo di rotazione delle colture, che implicava almeno un cambiamento di coltivazione all’anno. Tuttavia, non si stabiliva con chiarezza quale coltura dovesse ruotare. Inoltre, gli Stati membri avevano la possibilità di ammettere eccezioni sulla scelta delle colture, anche per gli agricoltori più piccoli. Imporre una variazione delle colture principali da un anno all’altro sarebbe stato più efficace come strumento di tutela del suolo. Questo requisito è stato sospeso nel 2023, a seguito dell’invasione russa dell’Ucraina. La seconda normativa richiedeva invece di riservare almeno il 4 per cento delle zone arabili ad aree incolte e siepi. Tuttavia, sull’onda delle proteste di agricoltori e agricoltrici all’inizio del 2024, entrambi i requisiti sono stati definitivamente tolti.

Nell’UE si perde ogni anno sempre più suolo fertile, mentre le funzioni ecologiche dei terreni rimanenti sono spesso limitate dall’agricoltura intensiva
Nell’UE si perde ogni anno sempre più suolo fertile, mentre le funzioni ecologiche dei terreni rimanenti sono spesso limitate dall’agricoltura intensiva

Anche l’implementazione delle misure volontarie lascia ancora a desiderare. Studi mostrano che circa la metà di tutte le misure adottate per la tutela del suolo sono ampiamente insufficienti. Un rapporto speciale della Corte dei conti europea è giunto alla stessa conclusione.

Per un certo periodo è sembrato che il Green Deal europeo potesse infondere nuovo slancio alla tutela del suolo. Quando la Commissione europea ha presentato la sua Strategia 2030 per il suolo, le organizzazioni ambientaliste speravano in una versione migliorata della Direttiva quadro sul suolo e in una maggior coerenza con la PAC; purtroppo, sono rimaste deluse. La bozza della Direttiva per il monitoraggio del suolo prodotta dalla Commissione, discussa nell’estate del 2023, non propone né obiettivi quantitativi né misure concrete. Ignora quasi del tutto il problema dell’espansione urbana e non prevede obiettivi vincolanti per limitare l’impermeabilizzazione del suolo, né impone dei requisiti per una sua gestione sostenibile. La bozza mira, più che altro, a uniformare il campionario europeo di interventi a tutela della salute del suolo.

Servono standard minimi obbligatori per il nuovo periodo di programmazione della PAC, che comincerà nel 2028. Andrebbero eliminate le scappatoie e ridotte le esenzioni. C’è bisogno anche di migliorare gli standard qualitativi degli eco-schemi volontari, la cui efficacia andrebbe analizzata nel dettaglio prima di spendervi denaro pubblico.


Questo articolo, originariamente pubblicato in inglese su boell.de, è stato tradotto in italiano da Laura Bortoluzzi ed edito da Elena Pioli | Voxeurop