L’estrema destra avanza in Grecia, come altrove in Europa. Sono tante le associazioni, i collettivi e le ong che cercano di opporre una contro-narrazione, tentativi che restano minoritari in un paese dove la sinistra è allo sbaraglio e la società civile è sempre più in crisi.
In Grecia una barra blu cresce ad ogni nuovo sondaggio: visto che si mantiene al di sotto del 10 per cento potrebbe essere considerata aneddotica. Se non fosse che la barra rappresenta l’andamento di Soluzione Greca, un partito che si colloca all’estrema destra dello scacchiere politico nazionale.
Stando ai sondaggi, anche Spartani e Vittoria, altri due partiti di estrema destra già presenti all’interno del parlamento ellenico (Vouli), supereranno la soglia di sbarramento del 3 per cento che autorizza l’ingresso nel Parlamento europeo. Se l’andamento resta stabile, la destra radicale potrebbe guadagnare più del 15 per cento dei voti e, dunque, uscire dalle elezioni europee ancora più forte.
Di fronte all’avanzata di questa onda nera la reazione è stata debole, se non addirittura invisibile. Secondo la Angélique Kourounis, realizzatrice di due documentari su Alba Dorata (Aube Dorée – Une affaire personnelle nel 2016 e Aube Dorée – L'affaire de tous nel 2021), “solo chi è già mobilitato, a sinistra e all’estrema sinistra, è coinvolto nella resistenza antifascista”.
In altre parole, la lotta contro l’estrema destra è circoscritta a un piccolo gruppo di militanti. Alle manifestazioni contro il fascismo, il razzismo, l’estrema destra o a difesa dei diritti dei migranti organizzate ad Atene, che nella sola area metropolitana accoglie quasi un terzo della popolazione greca, si vedono sempre gli stessi volti.
Queste persone appartengono a organizzazioni dai nomi eloquenti che sono nate con la “crisi greca” del 2010. Tra queste, per citarne alcune, vi sono Keerfa (acronimo greco che sta per Movimento unito contro il razzismo e la minaccia fascista), l’associazione Deport Racism! e, ancora, il coordinamento antifascista Atene-Pireo.
Tutte le organizzazioni sopracitate manifestano le proprie preoccupazioni. “Esiste veramente una società civile in Grecia?” si domanda Ioanna Meitani, coordinatrice di Simeio, un gruppo di cinque persone che sensibilizza sui pericoli dell’estrema destra attraverso ricerche, analisi e persino un programma di educazione: “Tramite un corpus di articoli pubblicati su Lifo, presentiamo la retorica e i temi dei partiti di estrema destra per poi decostruirli”.
Con Greenpeace, ad esempio, si sono occupati della protesta degli agricoltori che ha toccato tutta Europa. Elena Danali, responsabile della sezione ellenica della ong ambientalista, spiega: “Siamo consapevoli del collegamento che esiste tra la crisi agricola e quella climatica, e sappiamo anche come l’estrema destra stia sfruttando entrambe per trovare consenso e voti nel mondo rurale. Per questo, abbiamo pubblicato proposte alternative.”
Danali, però, precisa subito che, “non siamo stati in grado di indire una campagna che potesse spingere gli elettori a recarsi alle urne, come hanno fatto per esempio i colleghi di Greenpeace Francia”.
Alla domanda “La vostra azione sta avendo effetto?”, Ioanna Meitani risponde: “Purtroppo non come speravamo, e ciò si deve a due motivazioni: anzitutto, noi siamo una piccola organizzazione ancora giovane, che non ha nemmeno tre anni. Dopodiché, in Grecia si ha la percezione che organizzazioni come la nostra che offrono delle alternative siano soggette a un boicottaggio."
A confermare questa tesi basta una breve analisi della composizione delle trasmissioni televisive e della diffusione delle stesse: la destra e l’estrema destra vengono sistematicamente invitate sui canali di proprietà dei grandi armatori, di imprese di costruzione ed edilizia pubblica o del settore petrolifero. Reti televisive che, non a caso, sono quelle che hanno maggiori spettatori.
Christos Papagiannis, responsabile del gruppo di lavoro Eteron, sostiene che “nella società e nei media, non c’è spazio per raccontare gli sviluppi positivi della società o dei movimenti che la compongono… Quando coloro che contrastano l’estrema destra compaiono nei telegiornali – normalmente in orari con audience ridotta – cercano di smontare le frasi tipiche degli esponenti di quella frangia politica e viene loro detto: ‘siete di sinistra’, ‘non siete assolutamente obiettivi’… È evidente che in questo clima le idee alternative non sono contemplate”.
Angélique Kourounis sottolinea: “La società ellenica non si rende conto dei pericoli che avanzano. L’ascesa dell’estrema destra è una questione che pare ‘estranea’. Ciò a cui si fa attenzione è far quadrare i conti”.
Ioanna Meitani aggiunge: “La società si preoccupa per il proprio futuro; teme di non poter più accedere ai servizi sanitari o all’istruzione pubblica, o di non poter arrivare a fine mese. Perciò, è sensibile alle risposte semplicistiche che vengono fatte passare come soluzioni.”
Questa sensibilità è dovuta al fatto che nel 2015, dopo aver vissuto cinque anni di crisi economica, sociale, politica e democratica, la società credeva che un’alternativa potesse esserci. Queste speranze sono state riposte in SYRIZA, il partito di Tsipras e Gianīs Varoufakīs.
Secondo Yannis Androulidakis, giornalista e attento osservatore del panorama politico, “se la fiducia riposta nella sinistra è stata disattesa a livello europeo, in Grecia il fallimento e la delusione sono stati ancora più marcati. Il governo di Alexīs Tsipras non ha risolto i problemi strutturali della società anzi, ha contribuito alla diffusione del messaggio per cui non ci si deve aspettare nulla dalla sinistra. In questo modo hanno contribuito all’avanzata dell’estrema destra”.
Alexīs Tsipras, con una pistola puntata alla tempia, ha finito per firmare un memorandum che manda avanti la politica da lui denunciata… e le istituzioni europee hanno messo un punto di fine al cambiamento espresso dai greci alle elezioni. Dunque, continua Androulidakis, “l’avanzata dell’estrema destra si spiega per due aspetti concomitanti: il primo, il clima europeo e globale e il secondo risiede in una peculiarità propria della Grecia”.
Secondo il giudizio del giornalista, il movimento operaio e i sindacati, che stanno velocemente perdendo terreno in tutta Europa, non riescono a dare una risposta concreta all’ascesa dell’estrema destra.
La società greca deve affrontare un’altra questione: “Molti hanno creduto che con lo scioglimento del partito neonazista Alba Dorata, l’estrema destra fosse stata smantellata. Non è stato così: piuttosto, si è ristrutturata”, evidenzia Angélique Kourounis. Al punto che una parte di essa si è inserita in Nuova Democrazia, il partito membro del Partito popolare europeo e che ora governa in Grecia, mentre un’altra parte si trova nel Vouli.
Il quadro generale appare scoraggiante: è chiaro che la società greca si rende conto del peso dell’estrema destra e che le parole dei militanti non hanno spazio.
Dunque, mentre la collettività ellenica si divide tra fatalismo, attendismo e tetania, l’estrema destra avanza sempre di più, oltre che nei sondaggi, nell’immaginario delle persone.
Fonte: https://voxeurop.eu/it/grecia-crisi-economica-estrema-destra/
Traduzioni di Alice Merlo | Voxeurop