Migranti, memoria e diritti: la Spagna e l’estrema destra

Analisi

Il partito ultraconservatore Vox sfrutta le paure verso migranti e minori non accompagnati per ottenere consensi e si scontra con l’opposizione della società civile, che propone leggi che tutelano questi ultimi e i diritti LGBTQI, e la memoria storica della Guerra civile spagnola. 

Nella narrazione dei populisti spagnoli riecheggia un termine che racchiude i timori dei nazionalisti identitari: mena, acronimo di menor extranjero no acompañado (minore straniero non accompagnato). Nel vocabolario legale, il termine descrive quei minori migranti che raggiungono la Spagna non accompagnati dalla propria famiglia e dei quali deve occuparsi lo Stato. La retorica sui menas spopola nei circoli politici estremisti e trova spazio nei manifesti affissi per le strade o sui mezzi pubblici. Questi migranti minorenni vengono accusati di essere violenti, di incutere timore alla popolazione e di prosciugare le risorse per il welfare a scapito degli spagnoli. 

In sostanza, sono un impiccio e vanno espulsi. 

Le argomentazioni sono pretestuose, eppure toccano un segmento della società. Secondo gli ultimi dati (aprile 2024) forniti dal Centro de Investigaciones Sociológicas, un’agenzia governativa che si occupa delle preferenze di voto, il 10 per cento degli spagnoli, alle prossime elezioni politiche, voterebbe per Vox, il partito di estrema destra nato poco più di dieci anni fa a seguito di una scissione del Partito Popolare (PP), la principale forza conservatrice in Spagna, e che fa già parte delle coalizioni di governo di alcune comunità autonome. 

In un paese che è la porta che geograficamente apre dall’Africa verso l’Europa, Vox ha deciso di fare della demonizzazione dei menas il suo cavallo di battaglia

Di fronte alla retorica di razzista, la società civile spagnola ha reagito portando avanti una campagna che ha smentito con successo la tesi proposta da Vox. Esenciales, un movimento sostenuto da oltre 900 ong, ha spinto il Congresso dei Deputati, il parlamento spagnolo, ad approvare una proposta di legge che va in direzione opposta a quanto sostengono gli estremisti e che metterebbe in regola più di 500mila immigrati irregolari. La proposta ha passato la prima lettura con una maggioranza schiacciante di 310 voti a favore e 33 contrari. Inoltre, l’episodio ha generato controversie mediatiche minime. Com’è possibile? 

Per Gonzalo Fanjul, direttore di ricerca presso la fondazione porCausa che si è fatto portavoce della regolarizzazione degli immigrati al parlamento, si è agito al fine di “produrre una narrazione che rimpiazzasse quella ultraconservatrice” senza rispondere alle sue pretese. “Non nutriamo alcun interesse nel discutere con chi crede che la Terra sia piatta”, ha concluso Fanjul. 

Il progetto di legge, pensato dalle comunità migranti stesse, è stato firmato da 600 mila spagnoli. Fa appello alla solidarietà ma anche a motivazioni economiche, come la promessa di contributi fiscali per i migranti. Diverse aziende e persino la chiesa cattolica si sono mostrate a favore della legge che, nonostante debba ancora affrontare alcuni ostacoli legislativi, si presume verrà ratificata.

“Una parte della società ha preso coscienza di quanto sia insensato per i partiti politici farsi prendere dall’isteria collettiva per ragioni elettorali”, riconosce Fanjul. Quest’ultimo è convinto che Vox e l’estrema destra “brancolano nel buio, perché hanno questa idea iperidentitaria della Spagna che riflette un paese ormai obsoleto, di cent’anni fa”.

A difesa della memoria storica

La storia della guerra civile spagnola, di cui cadrà il novantesimo anniversario nel 2026, è ancora in divenire. A distanza di quasi cinquant’anni dall’epilogo della dittatura franchista, la memoria degli sconfitti è, in molti casi, letteralmente sepolta. I recenti governi di centro-sinistra guidati dal Partito Socialista spagnolo (PSOE) sono stati disposti a finanziare la riesumazione delle migliaia di fosse comuni sparse per il paese dove si trovano i corpi dei repubblicani caduti in battaglia. L’estrema destra, ma anche i conservatori più tradizionali, si stanno attivando per sabotare questi sforzi. 

“In Spagna non è avvenuta una denazificazione come in Germania, perché qui hanno vinto” riconosce Enrique Gómez, presidente della Asociación por la Recuperación de la Memoria Histórica in Aragona. Questa regione a nord-est della Spagna gode di un governo autonomo con ampi poteri, coerentemente con la costituzione decentralizzata.

Per effetto delle elezioni regionali dello scorso anno, è la prima volta che Aragona viene governata da una coalizione che riunisce popolari e Vox. Tra le misure adottate vi è la revoca della legge sulla memoria storica. Si tratta di un provvedimento che ostacola ancora di più la riesumazione delle fosse comuni e, addirittura, frena la volontà di consapevolizzare i bambini nelle scuole sulla storia della guerra civile. “Legiferano calpestando la legge”, rimprovera Gómez. Quest’ultimo racconta che alla sua associazione fu addirittura negato di prendere parte a un evento di routine organizzato per omaggiare i caduti antifascisti durante la guerra civile. 

Di fronte a questa situazione, la società civilie aragonese ha amplificato la propria azione in ambito educativo e ha moltiplicato i collegamenti con le associazioni presenti nelle altre comunità autonome. “Paradossalmente, siamo più attivi che mai,” ammette Enrique Gómez. Vengono organizzate diverse mostre commemorative e i presidi delle scuole si oppongono al divieto imposto inserendo la tematica nei curriculum scolastici. Gomez è soddisfatto da questa partecipazione: “Ci sono persone che si rendono conto che vogliamo seppellire dignitosamente i nostri morti e quindi prendono posizione.”

I diritti LGBT sotto attacco

La retorica dell’estrema destra prolifera anche a Madrid, una delle città più inclusive per la comunità LGBT. Il governo regionale, guidato dai popolari, ha già approvato due leggi che prendono di mira i transgender. Qui il partito ha carta bianca perché in un’elezione tenutasi lo scorso anno ha ottenuto un’ampia maggioranza che gli consente di governare autonomamente.

Una delle due leggi elimina il concetto di “identità di genere” dal documento e ciò, secondo Amnesty International, riapre la strada per l’attuazione delle terapie di conversione, ripudiate con fermezza da numerosi organi internazionali. Il governo spagnolo ha criticato il provvedimento e sta valutando di impugnarlo in quanto viola la Costituzione. 

Tuttavia, la prima risposta è arrivata dagli attivisti che hanno manifestato invadendo le strade principali della capitale spagnola. E, verosimilmente, il loro movimento rappresenterà una grossa fetta dei partecipanti al Gay Pride di luglio.

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Fonte: https://voxeurop.eu/it/migranti-memoria-diritti-spagna-estrema-destra/ 

Traduzione di Alice Merlo | Voxeurop

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